Nel mio periodo agonistico nelle MMA e nella lotta ho subito molti infortuni alle spalle, dai quali sono derivate una lesione del cercine della spalla destra pari all’85%, la lesione di Hill-Sachs e una lesione di tendini e legamenti dell’articolazione. Ho subito due operazioni, e ad oggi vanto un innesto osseo con viti in titanio, una protesi alla testa dell’omero e vari “aggiustamenti” di tendini e legamenti.
Avrei dovuto subire la stessa operazione anche alla spalla sinistra, ma per via di grosse difficoltà nel periodo post-operatorio ho preferito evitare. Da qui è iniziato il mio percorso con i pesi, inizialmente volto a riabilitarmi per gli sport da combattimento.
Una digressione tanto lunga potrebbe sembrare inutile, ma mettere a fuoco la storia sportiva di ogni atleta è importante per capirne i limiti, le esigenze e, dunque, per prendere le decisioni migliori.
La mobilità in extra-rotazione delle mie spalle è molto limitata, in particolare quella della destra – ho una placca di osso che limita i movimenti dell’articolazione per evitare nuove lussazioni. La mobilità limitata e la fragilità e scarsa stabilità dell’articolazione mi provocano molti fastidi; e mi infortuno facilmente con i movimenti di squat e panca. Con il tempo ho capito che uno dei miei limiti più grandi è la quantità di volume sostenibile nella singola seduta di queste due alzate.
Ecco il primo aspetto di cui tenere conto: necessito di spezzare il volume necessario a progredire in più sessioni, così da poterlo tollerare senza infortuni o infiammazioni.
Poiché ho uno studio di personal training nel quale trascorro quasi tutte le mie giornate, posso permettermi di allenarmi come e quando voglio, purché i miei impegni lavorativi lo consentano.
Necessitando di diverse sessioni e non avendo molto tempo da dedicare ai workout giornalieri, ho deciso di stabilire una frequenza allenante di 5 volte a settimana, riducendo il volume della singola sessione e con esso il tempo necessario a espletarla.
I miei fastidi articolari sono legati anche al carico. Vincoli di tempo e vincoli di carico mi hanno spinto a concentrarmi sulla densità degli allenamenti: i miei recuperi (che sono brevi per un powerlifter) mi impongono l’uso di carichi medi inferiori, ma mi permettono di accumulare più volume nel poco tempo a disposizione.
Notate bene: ho mostrato pima due variabili che negli altri esempi hanno rilevanza minore. Questa è la prova che sono le nostre esigenze a sancire la rilevanza di una variabile che in altri casi potrebbe essere secondaria.